sabato 23 aprile 2016

Un salotto con vista sul paradiso

Dopo essere stato menzionato nell'ultimo blog di Dario Pedrotti per una delle mie (pessime) tratte della gara Long a Cansiglio, mi è tornata la voglia di scrivere.
L'ultimo blog risale a circa un anno fa, e di gare ne sono passate sotto i ponti...

L'ultima avventura, non raccontata in alcun blog, è stata a Pasqua in Borgogna, dove (credevo) di aver fatto un deciso passo in avanti  nell'orienteering in bosco. In realtà il week end di Coppa Italia Revine Lago/Cansiglio ha chiaramente fatto capire che i miracoli non esistono, però leggendo tra le righe è possibile scovare alcuni pallidi segnali positivi.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla sprint a Revine Lago.
Prima della gara mi reco in frazione Lago per il Model Event.
Lo corro a ritmi abbastanza blandi, e tra l'altro mi incavolo non poco perché la carta è sbagliata in due punti (sottopassaggio chiuso e strada sbarrata, va beh... è solo il model event) ma errori a parte già  mi rendo conto del livello tecnico che ci aspetta alla sprint.

In partenza mi sento piuttosto nervoso, perchè corro in MSenior con tutti i più forti dell'orienteering italiano. Nonostante io non abbia ALCUNA possibilità di competere con loro, mi sento agitato ugualmente. Forse è la presenza di RAI Sport. Chissà...
Tant'è che in partenza non fanno in tempo ad avvisarmi della presenza dello scalino che mi ci inciampo dopo aver fatto un passo, rischiando di cadere come un sacco di patate e ritirarmi tecnicamente prima della svedese (scusate... delayed start!).

Ma veniamo alla gara.
Parto abbastanza bene ma non veloce, per cercare di evitare errori all'inizio (uno dei miei più grossi problemi nelle sprint) e fino alla 10 faccio una gara dignitosa. Poi purtroppo commetto il primo errore. In realtà preparo bene la scelta per la 11 mentre sto arrivando alla 10 ma purtroppo arrivato al cantiere al posto di andare a destra perdo un attimo contatto con la carta e proseguo dritto, cosa che causa poi un forte disorientamento nei pressi della 18. Riesco a ragionare e riprendermi ma butto via del tempo e subisco un promo duro colpo alla mia sicurezza, cosa che probabilmente causa un altro brutto errore nella tratta 13-14 dove vado in confusione totale e devo praticamente tornare indietro un paio di volte alla 13.
A dare il colpo di grazia ci pensano le salite della 15 e della 16, che non affronto con la grinta giusta anche a causa dei due pesanti errori commessi prima.
Mi riprendo e vado pulito alle 17/18/19 ma un altro errore assurdo è dietro l'angolo, infatti alla 20 non vedo la lanterna nella rientranza del muro vado lungo.
Concludo la gara in 27:47 piuttosto deluso. Almeno tre minuti di errore e poca velocità.

Tracciato veramente di alto livello, infatti dopo la gara mi complimento con Roland Pin per l'ottimo lavoro.










Il piatto forte del week end però deve ancora arrivare. La domenica ci aspetta la long sull'altopiano del Cansiglio, e io corro in MA.
Devo dire che aspettavo con ansia questa gara per vedere a che punto fossero i progressi nel bosco.
Gli errori nelle sprint non mi preoccupano, so di avere un buon potenziale e so che mi manca ancora la capacità di concentrarmi sotto sforzo, ma mi sto allenando e sono molto ottimista.
Il bosco però è un'altra cosa, soprattutto posti come il Cansiglio, un bosco totalmente bianco dove andare di bussola e forme del terreno.

Il posto è davvero incantevole, unico neo è l'assenza di sole ma fortunatamente non piove, ed è già qualcosa di cui essere contenti.


Parto piuttosto rilassato e sereno, e procedo senza grossa difficoltà fino al punto 5, senza spingere eccessivamente e cercando sempre di avere la situazione sotto controllo. Mentre procedo, ripenso alle parole del buon Stegal nel pre-gara, che ho riportato paro-paro nel titolo di questo post. In effetti ricordo raramente di aver incontrato un terreno così corribile. Poi la situazione cambia immediatamente per andare alla 6, dove incontro la prima vera difficoltà di giornata. Scelgo una soluzione che mi consenta di non perdere troppa quota ma che sia abbastanza sicura da non farmi perdere il controllo dopo la curva della strada asfaltata. A parte un po' di difficoltà in costa nel ripido procedo benino e poi avvisto le due collinette dall'inizio della salita... arrivato in cima vedo il mio compagno di squadra Andrea Migliore che era partito 4 minuti prima di me. E vai! Oggi va alla grande!
Rettifico questo commento subito dopo, perché affronto il punto 7 senza strategia, senza gambe, senza palle. Riguardando poi scopro cosa avrei dovuto fare ma va beh, un errore tecnico in una tratta comunque difficile ci sta.
Alla 8 ancora fatico a ritrovare il feeling che avevo fino alla 6, poi comincia la "magia". 9 - 10  corse alla grande, 11 vado un po' storto e faccio più strada ma comunque pongo rimedio con la linea d'arresto del sentiero. Almeno altri 2 o 3 min guadagnati al mio compagno che ormai non vedo più.
A questo punto mi sento un leone... sono fresco, vedo a colpo d'occhio gli altri punti che mi sembrano   banali e allora riparto con l'intenzione di volare fino al traguardo.

Peccato che questo mio progetto meraviglioso fallisca miseramente già alla lanterna successiva.
Sparo un azimut e passo vicino al roccione, poi inspiegabilmente devio a sinistra e praticamente mi perdo. Dopo un po' di girovagare trovo la mega-buca a nord della 3 e del sentiero, azimut e corro come se non ci fosse un domani alla 12. Ora si che posso volare fino al traguardo!

Invece come ha chiaramente spiegato il buon Pedrotti nel suo blog, non vedo nuovamente il cartello e mi sparo affanculo anche alla 13, perdendomi nuovamente e ritrovando nuovamente la via grazie alla stessa buca che mi ha salvato alla 12.
A questo punto il morale è sotto le scarpe, anche perché andando alla 12 vedo passare il mio buon compagno di squadra che nel frattempo andava tranquillo tra queste lanterne di indubbia semplicità lasciandomi razzolare in mezzo alle collinette.

E qui arriva la riscossa!
Parto verso la 14 e.... vado diretto a una lanterna che non è la mia, assistendo al passaggio del buon Michele Caraglio e salutando l'altrettanto buon Emiliano Corona appostato ed intento a fotografare gli atleti.
A questo punto la disperazione si impossessa di me, ma cerco ancora di trascinarmi fino all'arrivo.
Dopo una 15 ancora un po' incerta, ritrovo come per incanto la testa e proseguo tranquillo fino all'arrivo, sentendo il buon Stegal che mi annuncia in pompa magna (mentre io mi sento un totale idiota).

Tempo finale: 1:44:58.
Il bicchiere mezzo vuoto: 10 -15 minuti buttati in 3 lanterne semplicissime.
Il bicchiere mezzo pieno: molte tratte (di cui alcune abbastanza tecniche) corse a buon ritmo, in controllo.

Sicuramente manca ancora un l'esperienza per interpretare al meglio le tratte molto tecniche, però se imparo ad evitare (o almeno gestire) i black out sono sicuro di poter spingere un po' di più. Le gambe fortunatamente non mi mancano e sono in crescendo, anche grazie ad un allenamento specifico per la corsa in montagna.

Adesso mi aspetta un periodo di allenamenti intensi per preparare al meglio un paio di trail che ci saranno tra giugno e luglio. Non mancheranno però allenamenti in carta ed altre gare.

Spero di arrivare pronto, soprattutto di testa, per la prossima Coppa Italia a Borgo Valsugana.

Grazie a Dario per avermi citato e destato dal torpore scrittorio! (vediamo quanto dura...)

Grazie a Stefano per le belle chiacchierate e le citazioni all'arrivo, sono sempre molto apprezzate!

Alla prossima




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